Il giorno 6 ottobre del 1306, Dante Aligheri compare di fronte al notaio sarzanese Giovanni di Parente di Stupio, per l’atto finale della lunga trattativa di pace fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni, il genovese Antonio di Nuvolone da Camilla, protetto dalla potente famiglia dei Fieschi, Conti di Lavagna. Fra le parti si protraeva da anni una complicata controversia, uno stato di guerra endemica e di faida, alimentata soprattutto dai Malaspina. Quella mattina, nella Piazza della Calcandola (oggi Piazza Matteotti, sopra nella foto) di Sarzana, Dante riceve l’incarico di procuratore dei Malaspina sulla base di un atto formale, stilato dal citato notaio sarzanese Giovanni di Parente di Stupio alla presenza del marchese Franceschino di Mulazzo il quale, anche a nome dei congiunti Moroello di Giovagallo e Corradino di Villafranca, nomina ufficialmente suo «legittimo procuratore esecutore e messo speciale Dante Alighieri di Firenze». Dopo la messa, il notaio e Dante si trasferiscono a Castelnuovo per la sottoscrizione dell’atto di pace, presente il Vescovo Conte di Luni, Antonio Nuvolone da Camilla. (estratto da Marco Santagata, Dante. Il romanzo della sua vita, Milano, Mondadori, 2012, pp. 192-3)
La presenza di Dante in città è quindi certa, attestata com’è da un atto notarile attualmente conservato presso l’Archivio di Stato della Spezia; ma Dante Alighieri è il più illustre fra i molti poeti e letterati che hanno soggiornato a Sarzana nel corso dei secoli: da Paganino da Sarzana e Pier delle Vigne, poeti della scuola siciliana di Federico II, a Guido Cavalcanti e San Francesco d’Assisi, sino a Vittorio Alfieri e Alessandro Manzoni.
Omero, Dante e Shakespeare, tre maestri di tutti gl’ingegni sovrumani (Ugo Foscolo, 1801)